A seguito di un invito inaspettato, il 28 giugno 2023 ho partecipato ad una degustazione presso il Grand Hotel Palace Visconti di Milano: l’occasione era il lancio del nuovo marchio collettivo Trabocco da parte del Consorzio Tutela vini d’Abruzzo.
In una sala semivuota, forse anche per la giornata particolarmente calda di inizio estate, il Presidente del Consorzio Alessandro Nicodemi e il responsabile della comunicazione Davide Acerra, in collaborazione con Fisar Milano, hanno illustrato la genesi e lo sviluppo di questo interessante progetto.
Sull’onda crescente delle bollicine italiane, nasce qualche mese fa il marchio Trabocco, le cui imprescindibili caratteristiche sono: prodotto esclusivamente abruzzese con uve autoctone e metodo di spumantizzazione italiano.
Si tratta di un bel traguardo per la regione Abruzzo, in cui l’unico vino vinificato e imbottigliato almeno fino agli anni ‘90 era il Trebbiano omonimo; uve come Passerina e Pecorino cominciavano ad essere utilizzate a seguito delle loro caratteristiche di acidità e bassa gradazione, ottimali per la spumantizzazione. La strada del recupero dei vitigni autoctoni continua nel 2010 con la nascita della DOC Abruzzo, che comunque non esclude i vitigni internazionali.
Il marchio Trabocco rappresenta una tappa ulteriore di questo processo di recupero dell’autenticità del territorio: trasversale rispetto alla DOC Abruzzo e registrato per il 92% delle cantine abruzzesi, trae il suo nome dalle strutture per la pesca di cui è costellato il lungomare teatino, da Ortona a Vasto, adibite ora alla ristorazione o ad attrattiva turistica.
La scelta del nome è decisamente vincente per un territorio in cui mare e montagna, estremamente vicini, contribuiscono a livello climatico alla creazione di vini di qualità.
A seguire la degustazione di otto calici accompagnati da assaggi di prodotti del territorio:
- Eredi Legonziano Trabocco Montonico Spumante d’Abruzzo DOC Brut: da un vitigno noto già nel 1600 come uva di Teramo, dal colore giallo paglierino chiaro e perlage molto fine, ha profumi che ricordano fiori bianchi con un finale secco e ammandorlato;
- Eredi Legonziano Trabocco Passerina Spumante d’Abruzzo DOC Extra Dry: il vitigno, coltivato fino agli anni ‘60 e poi quasi dimenticato, fino alla ripresa negli anni ‘90, conferisce al prodotto un fruttato più polposo al palato, è maggiormente strutturato e persistente del primo assaggio;
- Citra “Aurae Stelle” Trabocco Pecorino Spumante d’Abruzzo DOC Brut: dalle note cedrate e notevole acidità;
- Casal Thaulero “Voilà” Trabocco Pecorino Spumante d’Abruzzo DOC Brut: dai sentori freschi ed erbacei di salvia e timo;
- Vinco “VenereBio” Trabocco Bianco Spumante d’Abruzzo DOC Bio Brut: 87% Cococciola e 13% Pecorino, in bocca è morbido e gradevole, molto fruttato e con una leggerissima nota di biscotto nel finale;
- Vinco Trabocco Rosè Spumante d’Abruzzo DOC Extra Dry: 100% Montepulciano, vitigno presente nel territorio dal XVII secolo, dalle note di fragolina di bosco, lampone e pesca, vellutato al palato;
- Casal Thaulero “Voilà” Trabocco Rosè Spumante d’Abruzzo DOC Brut: più diretto, intenso e verticale del precedente, con aromi di melograno e rosa canina, perfetto per accompagnare un pasto estivo;
- Citra “Aurae Stelle” Trabocco Rosè Spumante d’Abruzzo DOC Brut: morbido, strutturato e piacevolmente acido, da apprezzare come aperitivo.
Nonostante non tutti gli spumanti mi abbiano convinto, la volontà di ricerca e di affermazione su un mercato molto competitivo lasciano ben sperare: un augurio di successo quindi al neonato Trabocco.