Se c’è un vino che non ho mai amato è il Prosecco: l’ho sempre associato a qualcosa di troppo facile da bere e qualitativamente non all’altezza di altre bollicine che abitualmente bevo, ma spesso, o forse sempre, i pregiudizi nascono dalla volontà di non voler conoscere qualcosa che ci appare estraneo alla nostra zona di confort.
Aver traslocato nella patria del Prosecco mi ha imposto la necessità di approfondire le ragioni del mio rifiuto, quindi quale migliore occasione una visita a Co(u)ltura, il Festival della letteratura del vino che si è tenuto il 6 e 7 maggio 2023 a Susegana (TV), nelle sale del suggestivo Castello di San Salvatore.
Una rassegna promossa dal Consorzio di Conegliano Valdobbiadene, che ha visto un discreto pubblico, ospiti di rilievo come Attilio Scienza e Luigi Moio, ma che avrebbe meritato un’attenzione in più da parte degli appassionati di vino.
Graziati da una splendida giornata di sole, gli ospiti potevano godere anche del giardino interno,dove erano allestiti tre stand di degustazione di prodotti locali: salumi, in particolare una generosa e morbida porchetta trevigiana, formaggi e giardiniera artigianale. Incluso il servizio di acqua e caffè, una coccola davvero speciale.
Nelle sale interne, fresche e sobrie, era allestito un banco assaggio di un centinaio di vini in libera degustazione, oltre alla possibilità di assistere a masterclass ed incontri con l’autore, con materiale informativo essenziale ed accurato.
È stato un percorso di apprendimento completo, che mi ha permesso di spaziare tra le varie
tipologie della DOCG tra cui
• CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO DOCG di Gregoletto, Premaor di Miane (TV), nella versione Tranquillo: una preziosità dell’azienda, derivante dalla volontà di preservare gli aspetti gusto-olfattivi del vitigno Glera, semplice e delicato, caratterizzato da lievi sentori floreali e fruttati;
• CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE DOCG RIVE DI COLFOSCO Riva dei
fiori Brut di Montesel, Colfosco (TV): l’indicazione Rive indica un cru specifico della DOCG, racchiude l’essenza del terroir, come questo Charmat 100% Glera, dai sentori spiccati di pera Kaiser, nespola e fiori bianchi, lungo in bocca e dalla chiusa gradevolmente secca;
• VALDOBBIADENE DOCG SUPERIORE DI CARTIZZE DRY di Rebuli Angelo e figli, Valdobbiadene (TV): uno spumante dal perlage fine, estremamente complesso al naso e in bocca, tra frutta bianca, tropicale, note erbacee e mielate, in cui il grado zuccherino di 27 g/lt è
piacevolmente stemperato da questa tavolozza di sensazioni gusto-olfattive.
Il disciplinare del Prosecco prevede anche il metodo classico, quindi impossibile non citare Signature de Le vigne di Alice, Vittorio Veneto (TV), un VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE DOCG, 54 mesi sui lieviti, sboccatura settembre 2022, profondo, elegante e complesso come un broccato di Rubelli, a cui assomiglia lo sfondo della sua etichetta, eppure gradevolissimo da bere, una bella scoperta.
Per concludere dal 2019 è stata introdotta nel disciplinare di produzione la dicitura “Sui Lieviti”,
autorizzando quindi il metodo ancestrale: Borgoluce, azienda di Susegana (TV) propone il VALDOBBIADENE DOCG Sui lieviti Brut nature, Glera in purezza da agricoltura biologica: di un più intenso giallo paglierino, coinvolge naso e palato tra frutta a pasta bianca, note di crosta di pane e mineralità.
La bellezza del paesaggio, riflessa nell’armonia dei suoi vini, merita più di una degustazione, quindi, cartina alla mano, programmerò sicuramente altri tour fra queste colline per riscoprire e apprezzare i loro frutti, nonché colmare delle lacune nate soprattutto da una cultura enologica differente.